LA STORIA DEI NOSTRI LUOGHI
estratto da: Notizie civili e religiose su Borgorose
dall'alto medioevo al secolo XIV
Difficile incontrare persone che conoscano la storia
della propria terra ed è ancora più difficile trovare quelle che sappiano collegarla al quadro storico generale.
Lo sforzo di questa ricerca mira a togliere dall'isolamento le manifestazioni
di vita civile e religiosa medioevali di tutto il territorio
del comune di Borgorose per inserirle in un contesto
più ampio:
quello della Chiesa e quello della comunità civile del
tempo.
Riscoprire tutto
un mondo, riportare alla luce tradizioni ed eredità
collettive, con i suoi tessuti sociali e religiosi,
vuol significare sentirsi quasi piu forti, piu protetti
e soprattutto recuperare le proprie radici e la propria
identità.
La vita
religiosa
e civile non si possono mai pensare scisse soprattutto per un
popolo tradizionalista, amante del giusto, rigido nella
concezione morale della vita e legato ai valori tipici
dell'ambiente come il nostro.
Attualmente in
questo territorio, tra le aspre giogaie dell'Appennino centrale
disseminate di spaventosi burroni e balze scoscese, fioriscono
15 piccoli centri, attorniati da secolari boschi di frassini
frammisti a carpini, castagni, cerri, querce ed aceri, ma
nel periodo preromano vi sorsero celebri citta quali:
Tora (Santa Anatolia), Orvinio (Corvaro), e Suna (Colleviati).
Si veneravano
in tempi famosi Marte a Tora, Minerva a Orvinio, Ercole a
Villarose e Diana nella località di San Giovanni in Leopardo
presso Borgorose.
Nei dintorni
ancora di Borgorose si doveva venerare anche la dea della terra
Vesta, come appare da una epigrafe, ivi rinvenuta.
La religiosità
e la civiltà di un popolo si misurano dalle leggi, dalle
tradizioni e dai monumenti che ha lasciato ai posteri.
Gli antichi
abitatori di questo territorio praticarono per primi, insieme
a tutti gli altri Equicoli e contemporaneamente ai Volsci,
la legge "Sacrata" con la quale si obbligavano a difendere
la terra natale con la vita o con la morte.
Praticarono per
primi, come Equicoli, in senso assoluto, la legge " Feciale "
che inculcava, nella loro mente e nel loro cuore, il rispetto
sacro della persona, della proprieta, della parola data e dei
patti, sia tra singole persone che tra gruppi e i popoli.
Questi dati
e tradizioni, insieme alla schiettezza, sono vivi ancora oggi
tra i bravi abitanti del territorio per cui appaiono poco
morbidi e affatto inclini per una politica d'infingimenti.
Dopo lunghe
e sanguinose lotte, per la propria e l'altrui autonomia, gli
Equi e quindi i nostri forti e generosi antenati vennero
irreparabilmente sconfitti dai consoli romani P. Sulpicio
Saverrione e P. Sempronio Sofo nell'anno 304 a.C.
* * *
La scomparsa di Tora, di Orvinio e di Suna dovette avvenire durante le invasioni barbariche e non si parlò più di loro perché i pochissimi abitanti rimasti ivi si rifugiarono in luoghi piu sicuri e difesi naturalmente, dando origine ai primi rudimentali castelli medioevali.
Al culto di Marte,
di Minerva, di Ercole, di Diana e della dea Terra Vesta, ben
presto, subentrerà quello a Gesù Cristo, per
opera dei discepoli
di San Marco, che subì il martirio sotto il preside
romano
Massimo, al tempo della persecuzione contro i Cristiani,
promossa da Domiziano (181-96 E.V.). Durante la persecuzione
dell'imperatore Decio (249-51), nella città di Tora,
subì
il martirio la Vergine romana Anatolia.
Nella
seconda metà del IV secolo, i territori appartenenti al comune
di Borgorose, insieme a tutto il Cicolano, caddero sotto la
dominazione dei Longobardi, che costituirono il Castaldato
della "Massa Ciculana " o " Massa Eciculana " dipendente
dal conte del comitato reatino che, a sua volta, veniva
nominato dal duca di Spoleto.
Autore: MONSIGNOR GIOVANNI MACERONI