Descrizione Itinerario Numero 8
della Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa:
(Località Le Vene (detta anche Anguizzola) - Prime Prata - Iaccio della Capra - Fonte la Vena - Fossa Conca - Valle Amara - Le Vene
)
Nome temporaneo | Itinerario 8 |
---|---|
Utenti | Escursionisti |
Livello di difficoltà | Medio |
Percorso | Località Le Vene (detta anche Anguizzola) - Prime Prata - Iaccio della Capra - Fonte la Vena - Fossa Conca - Valle Amara - Le Vene |
Sentieri CAI corrispondenti | 2DE, 2E (solo in parte), 2G |
Tempo di percorrenza | 5 ore e 30 minuti |
Intervallo altitudinale (m s.l.m.) | da 883m. a 1920m. |
Profilo altimetrico | Profilo altimetrico e dati |
Note |
La parte dell'itinerario che va da Le Vene a Fossa Conca coincide con il SENTIERO NATURA N. 1 della Riserva.
|
Autori | Autori |
Descrizione e Habitat
L'itinerario parte dalla località Le Vene (detta anche Anguizzola), situata a circa 1.5 km a est dell'abitato di Corvaro, in direzione della Valle Amara. Dopo un inizio piuttosto dolce, il percorso sale con forte pendenza fino alla spianata di Prime Prata (1560 m). Da qui si percorre un falsopiano fino a raggiungere la località La Prata (1787 m), dove si incontra il bivio che verso sinistra conduce al passo di Iaccio della Capra (1920) e da qui a Fonte la Vena (1832). Da Fonte la Vena si inizia a scendere lungo Fossa Conca per raggiungere la Valle Amara (1445 m), alla fine della quale si torna a Le Vene.
La parte più bassa dell'itinerario attraversa il querceto termofilo misto a roverella (Quercus pubescens) e orniello (Fraxinus ornus). Il querceto è comunque poco esteso ed è sostituito subito dalla faggeta. Poco prima di arrivare a Prime Prata si possono ammirare nella fustaia di faggio alcuni esemplari monumentali. A Prime Prata sono presenti prati-pascoli mesofili, che superato il pianoro lasciano nuovamente spazio alla faggeta. Da Iaccio della Capra verso Fonte la Vena la vegetazione è formata da praterie mesofile colonizzate da arbusti di ginepro nano (Juniperus nana).
Tra Fonte la Vena e Fossa Conca si incontrano alcuni stazzi circondati da vegetazione
nitrofila, ossia costituita da specie che vivono su suoli ricchi di nitrati, quali
sono quelli ove sostano le mandrie e le greggi. Scendendo verso Fossa Conca le
praterie con sporadici ginepri lasciano il posto all'arbusteto vero e proprio
caratterizzato dal ginepro nano e da Daphne oleoides. Scendendo lungo Fossa
Conca si attraversa la faggeta con sporadici aceri, fino a raggiungere il
fondovalle della Valle Amara.
La Valle Amara è una stretta valle fluviale che separa il complesso delle Montagne della Duchessa (a sud) dal complesso del Monte San Rocco-Monte Cava-Monte Rotondo (a nord). Durante i periodi piovosi scorre nel fondovalle un torrente effimero, il torrente Corvaro, che scompare in estate e in inverno.
La testata della valle è occupata ancora dalla faggeta mista con varie specie di e subordinatamente nocciolo. Man mano che si scende compaiono varie specie erbacee e legnose meso-termofile e successivamente la faggeta viene sostituita dal querceto misto.
Percorrendo la Valle Amara, alla base di alcune rupi sono presenti antichi ricoveri per i pastori e il bestiame. Le pareti rocciose sono colonizzate da specie erbacee rupicole; non mancano però alcune specie legnose che radicano nelle fessure della roccia, siti preferenziali per l'accumulo di humus, e crescono con un portamento stentato (quasi come bonsai naturali).
Nella parte più bassa della valle il greto del torrente Corvaro ospita alcuni salici (Salix caprea e S. purpurea), alberi che crescono tipicamente su terreno umido. Sempre in basso, il versante di sinistra della valle (destra idrografica, se si considera la direzione di scorrimento del torrente) è coperto da un bosco misto di querce (Quercus ss.pp.), carpino nero (Ostrya carpinifolia),
nocciolo (Corylus avellana) e, meno abbondante, faggio (Fagus sylvatica).
A destra, invece, il bosco è stato parzialmente distrutto da un incendio verificatosi nel 2000; nelle zone incendiate si sta
lentamente insediando l'arbusteto. Le zone non colpite dall'incendio sono invece occupate dalla faggeta mesofila.