Foto Vipera comune
(Vipera aspis)

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Vipera comune (Vipera aspis) numero 1
1. Vipera comune

Vipera comune (Vipera aspis) numero 2
2. Vipera comune

Vipera comune (Vipera aspis) numero 3
3. Vipera comune

Vipera comune (Vipera aspis) numero 4
4. Vipera comune

Vipera comune (Vipera aspis) numero 5
5. Vipera comune
(Vipera aspis)
Vipera comune (Vipera aspis) numero 6
6 Vipera comune
(Vipera aspis)
Vipera comune (Vipera aspis) numero 7
7. Vipera comune
(Vipera aspis)
Vipera comune (Vipera aspis) numero 8
8. Vipera comune
(Vipera aspis)

DESCRIZIONE

La vipera comune o aspide, nome scientifico Vipera aspis, è un serpente della famiglia dei Viperidae.

La vipera, animale definito comunemente a "sangue freddo" (ectotermia) è attiva sia di giorno che di notte in funzione della temperatura raggiunta. Infatti è la temperatura ambientale che ne regola l'attività giornaliera e annuale, così, ad esempio, possiamo osservare degli esemplari attivi fin dalle prime ore del giorno (e anche di notte) in estate, mentre in altre stagioni (primavera - autunno) il viperide è osservabile solo a partire dalla tarda mattinata. Nelle zone costiere in presenza di condizioni climatiche favorevoli la vipera potrebbe essere attiva anche in inverno.

Gli accoppiamenti avvengono in primavera (marzo - aprile), i maschi in competizione tra loro, danno vita a lotte ritualizzate, nelle quali le parti anteriori dei rivali si spingono, si attorcigliano e stringono sull'avversario per determinare il più forte, l'individuo più debole rinuncia all'accoppiamento.

La Vipera aspis è ovovivipara, le uova si schiudono all'interno del corpo materno immediatamente prima della nascita dei piccoli, che variano da 2 a 12.

Si nutre di lucertole, uccelli di piccola taglia e topi.

L'aspide è dotato di un apparato velenifero, con il cui veleno, paralizza le prede.
Per questo motivo, risulta pericolosa per l'uomo, soprattutto per gli individui più deboli, gli anziani e i bambini. In genere essa non attacca se non per difesa o quando viene molestata.

CURIOSITÀ

L'aspide è riferito al nome della specie e non come si ritiene in molti luoghi al maschio della vipera o all'ultimo dei nati dal parto.
Infatti, erroneamente, per molti l'aspide è l'ultimo nato e, il più velenoso, dell'intero parto a cui anche la madre cercherebbe di sfuggire partorendo da un luogo rialzato. In realtà i piccoli nascono a terra.

MORSO DI VIPERA

Il morso di vipera colpisce generalmente gli arti superiori e inferiori ma anche parti più delicate come collo e testa.

Partendo dal principio che il veleno è necessario all'animale per la propria sopravvivenza, egli ne inocula una quantità minima (circa il 4-7%) atta alla caccia o alla difesa. Naturalmente l'attacco può essere portato più volte e la gravità dell'avvelenamento dipende dalla quantità di veleno iniettato.

Comunque molti morsi di serpente (circa il 20%) sono "secchi" ossia il veleno non viene inoculato.

COME RICONOSCERE IL MORSO

La caratteristica presenza di 2 piccoli fori, corrispondenti ai denti veleniferi, distanziati di circa 0,5-1 cm, più profondi degli altri, è il segno evidente di un morso di serpente. Il morso di un serpente non velenoso lascia, invece, il classico segno a V dell'arcata dentaria.

EFFETTI DEL MORSO

Gli effetti del morso possono essere descritti sia a livello locale che di sistema, ed essi sono prevalentemente cardiotossici, ma anche nefrotossici (possono indurre danni o malfunzionamenti al rene) e neurotossici con associati eventuali disturbi della coagulazione del sangue.

DESCRIZIONE EFFETTI CLINICI LOCALI

Forte sensazione dolorosa di bruciore, gonfiore duro che col passare del tempo aumenta di gravità, arrossamento e/o irritazione cutanea degli strati esterni della pelle (eritema), lividi (ecchimosi), emorragie puntiformi visibili al di sotto della pelle (petecchia). Nelle 12 ore successive possono comparire flittene (una vescicola molle più o meno estesa che va a raccogliere liquido come siero, linfa e sangue), infiammazione dei vasi linfatici (linfangite) ed ingrossamento dei linfonodi (adenopatia).

DESCRIZIONE EFFETTI CLINICI SISTEMICI

In rapporto alla quantità di veleno inoculata ed alla zona interessata nonché al peso ed alla taglia del soggetto (i bambini, gli anziani e le persone debilitate sono esposti ad un rischio maggiore), si aggiungono sintomi generali con, disturbi alla circolazione del sangue, digestivi, coagulativi, renali e neurologici. Possono dunque comparire: vomito e nausea; aumento della temperatura; dolori muscolari e articolari.

PREVENZIONE

Nelle escursioni in campagna, in collina ed in montagna, ossia in tutti quei posti dove è più alta la probabilità di incontrare vipere, bisogna indossare un abbigliamento adeguato, ad esempio pantaloni e calze lunghe, prestare attenzione nel raccogliere specie vegetali e funghi o mettere le mani in cespugli, erba alta e pietraie. In questi luoghi, per farci sentire, prima di sostarvi, è consigliato battere a terra con un bastone, le vipere, infatti, non possiedono un buon udito ma percepiscono molto bene le vibrazioni.

COSA FARE IN CASO DI MORSO

  • Rimanere o infondere tranquillità, evitando che i meccanismi di stress (risposta fisiologica normale dell'organismo per superare le difficolta che incontra nel proprio ambiente e metterlo nelle migliori condizioni per affrontarle (combattimento) o evitarle (fuga), attraverso il coinvolgimento di tutto l'organismo, dal sistema nervoso centrale soprattutto con l'ipotalamo, agli ormoni prodotti dal surrene (cortisolo) in risposta alla sollecitazione ipotalamica e la conseguente diffusione dello stato d'allarme in tutto l'organismo, con aumento del metabolismo, del battito cardiaco e della pressione sanguinea nonché della respirazione) inducano una più rapida circolazione del veleno nell' organismo;
  • Il soggetto colpito deve effettuare il minor numero possibile di movimenti, meglio se rimane immobile;
  • Sfilare immediatamente eventuali anelli e collane (la parte morsa o adiacente può gonfiarsi)
  • disinfettare e lavare la ferita possibilmente con acqua ossigenata o, in assenza, abbondantemente con acqua. Non utilizzare l'alcool che provoca vasodilatazione e compone sostanze tossiche con il veleno;
  • Contattare il 118 (Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza, attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette).
Morso arti inferiori (gambe)
  • Va applicata a monte (e anche al di sotto) della ferita una benda, tirando ed esercitando un'apprezzabile pressione. Il bendaggio deve coprire un'ampia porzione al di sopra del punto offeso;
  • Immobilizzare l'arto con una stecca.
Morso arti superiori (braccia)
  • Va eseguito un bendaggio che parte dalle dita possibilmente sino alla spalla, soprattutto se il morso è avvenuto vicino o sopra al gomito;
  • Anche in questo caso si consiglia l'immobilizzazione dell'arto con una stecca e in più il bloccaggio del braccio stesso al tronco.
Morso al tronco, al collo, alla testa
  • Come nei casi precedenti (morso agli arti inferiori e superiori) per rallentare la diffusione del veleno si consiglia di applicare un tampone rigido sopra il morso e di tenerlo pressato con un cerotto adesivo.

Resta inteso che l'infortunato dovrà essere portato, nel più breve tempo possibile, presso il più vicino presidio ospedaliero.


COSA NON FARE IN CASO DI MORSO

  • Il laccio emostatico, non va applicato in quanto non va a bloccare il sistema linfatico responsabile della diffusione del veleno;
  • Anche l'aspirazione, realizzata per mezzo di appositi strumenti, o i tagli, per far fuoriuscire il veleno vanno evitati (difficili per persone inesperte e di dubbia utilita);
  • Il veleno non va succhiato con la bocca in quanto potrebbe infettare eventuali ferite presenti nella bocca stessa;
  • Gli alcolici per via dell'effetto depressivo sul SNC e di vasodilatatore periferico, non vanno dati, in quanto contribuirebbero all'aumento della velocità di assorbimento del veleno;
  • Il siero antiofidico va affidato alla valutazione medica in ambiente ospedaliero.


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