Livata, Orso Bruno marsicano, Osservatorio Orso Marsicano:
Progetto LIFE Arctos
(tratto da gaianews.it)

Si è svolto mercoledì scorso, presso il Centro Visita di Livata nel Parco Regionale dei Monti Simbruini, il primo di una serie di incontri riguardanti l’orso bruno marsicano e il progetto LIFE ARCTOS al fine di informare le comunità locali sulle attività in corso e sensibilizzare la popolazione sul tema della convivenza tra orso e attività antropiche. L’evento ha visto impegnato il personale tecnico del Parco, i tecnici faunistici e i guardiaparco della Regione Lazio. Presenti alcune decine di turisti in soggiorno nella località.

Sebbene siano stati documentati nel Parco Regionale dei Monti Simbruini segni di presenza dell’orso bruno marsicano a partire dal 1980, l’area non ospita stabilmente degli individui. Oggi tra le principali minacce alla sua sopravvivenza vi è la mortalità indotta dall’uomo.
Dopo il saluto del direttore Alberto Foppoli e l’introduzione del naturalista del Parco Luca Tarquini, la naturalista Luciana Carotenuto della Regione Lazio, ha raccontato i segreti della vita dell’orso durante le quattro stagioni dell’anno: gli habitat che frequenta, l’home range areale in cui vive, il letargo, il parto, l’accoppiamento e la sua natura prevalentemente vegetariana. Lo stile di vita dell’orso è funzione di due parametri ben precisi: disponibilità di cibo e condizioni climatiche.

Ivana Pizzol, biologa dell’Agenzia Regionale Parchi, ha incentrato il suo intervento sul perché tutelare l’orso marsicano. Tante possono essere le risposte: perché è una specie tutelata dalla legge, per la sua unicità, perché è a rischio di estinzione, perché è una questione di civiltà.
L’ultima stima effettuata nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) dal 2006 al 2008, è di solamente 40 orsi incentrati principalmente nell’area del Parco Nazionale e nella sua area di protezione esterna. Di questi, 18 sono femmine con più di un anno di vita, 11 sono maschi e 11 sono piccoli dell’anno. Ogni anno le femmine che partorisco variano dai 3 ai 7 individui che danno alla luce un massimo di tre piccoli con una produttività che varia dai 5 ai 13 piccoli /anno. Questo è un dato confortante che dimostra la vitalità della specie, spiega la biologa, in quanto in genere piccole popolazione come quella dell’orso marsicano possono anche smettere di riprodursi.
Il vero problema è quello della mortalità. Negli ultimi 40 anni sono stati rinvenuti morti ben 108 orsi (97 nel PNALM); di questi l’82% è morto per cause dirette ed indirette legate all’uomo. Una grossa fetta di queste morti sono dovute ad attività illegali (bracconaggio e avvelenamenti). Ogni anno in media perdiamo 2,5 orsi: l’anno “horribilis” fu il 1982 con ben 13 orsi morti.

Gianluca Catullo, del WWF Italia, ha illustrato nel dettaglio il “progetto LIFE Arctos” e le principali azioni derivanti. Al progetto collaborano ben 10 partner diversi, tra i quali, oltre al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise ed il Parco Naturale Adamello Brenta, il Corpo Forestale dello Stato, l’Università La Sapienza di Roma e le regioni e le provincie delle aree italiane interessate dalla presenza dell’orso bruno. Mira a conseguire i seguenti obiettivi:

Le azioni previste possono essere raggruppate in sei categorie principali:

  1. Interventi per una zootecnia più compatibile con la presenza dell’orso
  2. Riduzione dei conflitti con le attività antropiche
  3. Gestione delle risorse naturali di interesse per l’orso
  4. Informazione e sensibilizzazione
  5. Attività didattiche
  6. Monitoraggio dell’efficacia delle azioni del progetto.

Gli incontri di informazione e sensibilizzazione saranno diretti ad alcune categorie specifiche dei residenti nelle aree di svolgimento del progetto, sia sulle Alpi che sugli Appennini, quali allevatori, apicoltori, agricoltori, cacciatori e operatori turistici.

Ha concluso Gianpiero Di Clemente, responsabile dell’area vigilanza della Riserva Naturale Montagne della Duchessa, con il tema “Dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ai Monti Simbruini: un viaggio possibile ?”. Gli orsi, in particolare i giovani, effettuano spostamenti di decine di chilometri alla ricerca di nuovi territori. Lo testimoniano i percorsi effettuati dagli orsi bruni sulle alpi: JJ1 “Bruno” partito dal Trentino ed ucciso in Baviera nel 2006 e M5 “Dino” che, partito dalla zona del Garda, è tornato in Slovenia da dove proveniva e dove ha trovato la morte recentemente.

Anche gli orsi bruni marsicani non scherzano: l’orso "Ferroio" dopo essere stato alcuni anni nell’area dei Monti della Duchessa , ha deciso di tornare nel PNALM. Nel 2010 l’orso "Ulisse" dal Parco Nazionale dei Sibillini è stato campionato nella Riserva Naturale Montagne della Duchessa e l’orsa "Girella"in circa due giorni si è spostata dal Parco Regionale dei Monti Simbruini al PNALM. Il Parco Regionale dei Monti Simbruini, appare area strategica per gli spostamenti provenienti dal vicino PNALM. Quindi è fondamentale che i corridoi di connessione tra Aree Naturali Protette o comunque tra aree idonee alla presenza dell’orso bruno marsicano siano liberi da un’eccessiva antropizzazione e i che grandi progetti di sviluppo che tornano prepotentemente alla ribalta in questi giorni (stazioni sciistiche e turistiche, strade, grandi centrali eoliche e fotovoltaiche) non vadano a modificare drasticamente il paesaggio e le attuali forze che agiscono sulla sua trasformazione, come ribadito dal gruppo di lavoro sull’orso marsicano dell’Università La Sapienza di Roma. Dobbiamo sempre tenere a mente che l’orso bruno marsicano, specie unica al mondo, una volta estinto non tornerà più!

Prossimo appuntamento con gli incontri con le comunità locali il 17 agosto a Corvaro di Borgorose nella Riserva Naturale Montagne della Duchessa.

Scritto da Daniele Valfrè il 12.08.2011


Articolo tratto da gaianews.it